Gianni Vattimo
L'arte oltre l'estetica, Jaar, o l'impegno ritrovato
CONFERENZA
2 Luglio 2005
Spazio ex-Ticosa
Gianni Vattimo indaga i rapporti tra arte e azione alla luce del pensiero estetico post-kantiano e novecentesco. Se, con Kant, l’estetica moderna nasce come disciplina che studia le capacità conoscitive “a vuoto”, ovvero non direttamente finalizzate alla produzione o all’intervento, con le avanguardie il pensiero estetico ha collegato arte e verità in diversi sensi, nella coscienza che l’incontro con l’opera d’arte modifica le coordinate conoscitive e quindi cambia l’esperienza del mondo. Si delinea una nuova figura di intellettuale che si interfaccia al grandissimo pubblico e si muove all’interno di un sistema mediatico-commerciale di cui pure è molto critico. Alfredo Jaar con la sua pratica artistica lavora in una dimensione post-estetica, che punta all’affermarsi di una consapevolezza critica delle istanze politiche del tempo presente. “Jaar porta avanti una concezione interventista dell’opera d’arte che forse è il frutto più maturo e più interessante di quel raggiustamento di rapporti tra arte e verità di cui la filosofia del novecento più avveduta ha cercato di prendere consapevolezza”.
Gianni Vattimo (Torino, 1936) è un filosofo e docente italiano. Esponente del cosiddetto “pensiero debole”, afferma che non esista la possibilità di affermare o raggiungere una verità stabile e definitiva, e che quindi la filosofia abbia il compito di individuare una nuova strada per un pensiero plurale e relativista. Insegna all’Università di Torino ed è editorialista per La Stampa, La Repubblica e L’Espresso. Tra i suoi lavori, La società trasparente (1989), Filosofia al presente (1990), Credere di credere (1996), La fine della realtà (2012).