Fondazione Antonio Ratti

Alfredo Jaar

It Is Difficult

CONFERENZA
9 Luglio 2005
Spazio Ex-Ticosa

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Avendo già specificato di aver articolato nel tempo la sua pratica artistica in tre “formati” (arte nelle istituzioni, interventi pubblici e seminari e workshop) con la finalità di essere più efficace nelle sue azioni, Alfredo Jaar illustra alcuni dei suoi “public interventions”: progetti legati ad un contesto socio-politico ben preciso che indagano i bisogni, i desideri e le identità degli abitanti in rapporto alle scelte politiche prese dall’alto. Interagire con comunità più circoscritte implica da un lato la volontà di afferrare in maniera più precisa il cuore delle problematiche che queste comunità fronteggiano, dall’altro il sottile gioco di esodo temporaneo dal sistema dell’arte e di allontanamento dal suo pubblico elitario. Tra i progetti commentati, Camera Lucida (Caracas, 1989), Playground (Barcellona, 1999), Skoghall Konsthall (Skoghall, 2000), La Nube (Tijuana, 2000).


Alfredo Jaar (Santiago, Chile, 1956) vive e lavora a New York. Artista, architetto e film maker, Jaar si forma durante la dittatura militare di Pinochet, producendo diverse opere esplicitamente critiche rispetto del regime. Dagli anni Ottanta ha sviluppato un ampio corpus di lavori fotografici, cinematografici e installazioni. Nei suoi progetti, Jaar esplora la desensibilizzazione del pubblico alle immagini dei media e i limiti dell'arte nel rappresentare eventi storici tra cui genocidi, epidemie e carestie. Nell’arco del suo percorso Jaar si interroga instancabilmente su come l’arte possa interagire in maniera più ampia con il contesto sociale e politico; affronta temi legati in molti casi a situazioni di urgenza umanitaria, di oppressione politica e di emarginazione sociale. Si focalizza in particolare sulla manipolazione dei media nel trasmettere informazioni e su eventi che il grande pubblico tende a ignorare. L’obbiettivo di Jaar è quello di dare una voce e un volto alle vittime e ai testimoni.

Tra le mostre personali di Jaar: Musée Cantonal des Beaux-Arts, Losanna (2007); Pirelli HangarBicocca, Milano (2008); e una retrospettiva in tre istituzioni di Berlino: Berlinische Galerie, Neue Gesellschaft für Bildende Kunst e Alte Nationalgalerie (2012). Ha partecipato alla Biennale di Venezia (1986, 2007, 2009, 2013), Biennale di São Paulo (1987, 1989, 2010, 2020) e Documenta, Kassel (1987, 2002). Jaar ha realizzato più di settanta interventi pubblici in tutto il mondo. Sono state pubblicate oltre sessanta monografie sul suo lavoro. Jaar è diventato Guggenheim Fellow nel 1985 e MacArthur Fellow nel 2000. Ha ricevuto l'Hiroshima Art Prize nel 2018 e l'Hasselblad Award nel 2020.


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