Il lavoro di Jaar ha preso spunto da uno degli edifici simbolo di Como, la Casa del Fascio di Terragni, grande architetto razionalista comasco, che ha dato un'impronta a gran parte della struttura architettonica della città. 10 fotografie montate su light box (esposte all'ex-Ticosa) costituivano la sua personale lettura del capolavoro di Terragni attraverso un'analisi di particolari architettonici e delle relazioni che si instaurano tra l'esterno e l'interno dell'edificio stesso.

Nel giorno dell'inaugurazione della mostra Jaar ha realizzato, direttamente sulla facciata dell'edificio, una videoproiezione che completa il suo progetto. Nella proiezione le immagini proseguivano idealmente la perfetta griglia architettonica dell'edificio, in omaggio alla sua classica purezza, ma allo stesso tempo facendondo riflettere su come la piena fiducia nella perfezione della struttura geometrica possa anche essere una metafora di una cultura che ha anche un lato oscuro foriero di distruzione e morte.