Fondazione Antonio Ratti

Textilities...and Roses Too

MOSTRA
22 Novembre 2015–28 Aprile 2016
FAR - Villa Sucota

Textilities ... and Roses Too è una mostra che si è svolta in due tempi (22.11.2015 - 28.2.2016 e 6.3.2016 - 17.4.2016) per celebrare il 30° anniversario della Fondazione e il centenario della nascita del suo fondatore: il designer tessile, imprenditore e collezionista Antonio Ratti (1915-2002).

I tessuti sono "astrazioni sensuali" che riunendo in se proprietà tattili e visive, incarnano gli sviluppi estetici, sociali ed economici della Storia. Se, tecnicamente, sono costituiti da una struttura binaria (l'intersezione dei fili), le loro caratteristiche (qualità attraenti e analitiche) derivano da complessi transfer non lineari, visivi e materiali, attraverso il tempo e lo spazio. Antonio Ratti raccolse tessuti, disegni e libri campionario come oggetti di studio e modelli da copiare, reinterpretare e riprodurre.

Avvicinandosi ai tessuti mediante la "lente" della "microstoria", concetto sviluppato negli anni '70 da un gruppo di storici italiani come strumento analitico per sondare l'oggetto (materiale ed immateriale), la mostra riflette sul tema della riproduzione, appropriandosi di una metodologia che sposta il suo obbiettivo dalla ricerca di risposte alla scoperta di risultati inaspettati, al fine di sovvertire le gerarchie costituite.
L'idea di Carlo Ginzburg – secondo cui la ricerca ”non consiste nel culto del frammento, ma nelle domande che ci poniamo – apre una serie relazioni tra l'arte e i tessuti, introducendo la condizione critica della "tessilità", che ha viaggiato attraverso diverse texture del fare e del pensare, continenti, modalità produttive e media (le tecnologie e le mani).

In una costellazione di opere d'arte, tessuti, campioni e libri campionario si inserisce un nuovo display espositivo, messo a punto da Florian Pumhösl in collaborazione con Walter Kräutler. Tutti questi elementi insieme scompongono una "tessilità" mediante processi di riproduzione e trasfer, usando tessitura, film, fotografia, materiale d'archivio e strategie espositive come strumenti analitici. Una seconda narrativa collega concettualmente diversi spazi: il Museo, con i suoi esterni, un parco pubblico, così come con l'archivio digitale del Metropolitan Museum di New York - nel 1995, infatti, Antonio Ratti finanziò la creazione del Textile Center e della Reference Library del Metropolitan, centro che ad oggi porta il suo nome.

Il titolo della mostra si riferiva allo sciopero degli operai tessili della ditta Lawrence (Massachusetts, 1912) dove furono soprattutto le donne italiane – che lavoravano nell'industria tessile statunitense insieme ad altre immigrate europee, canadesi, siriane e turche – a plasmare la politicizzazione della cultura dei lavoratori su scala sovranazionale.

Il primo tempo della mostra, curata da Rike Frank in dialogo con Florian Pumhösl e Gregorio Magnani, si è aperto su un primo scenario che comprendeva: materiale d'archivio, opere di Gerry Bibby, Yasui Nakaji, Charlotte Posenenske, Vincent Vulsma oltre a tessuti, campioni e libri campionari dalle collezioni della Fondazione Antonio Ratti.

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