Queste insolite panchine nascono da complesse connessioni tra elementi tangibili e intangibili. Portano con sé la memoria di una vita precedente, come fossero state prelevate da un altro luogo; nelle loro basi in cemento sono incastonate alcune conchiglie di ostrica—tracce di un luogo costiero indefinito. Bibby concepisce la scultura come qualcosa che può essere ricavato da qualsiasi componente o forma del reale, combinando queste fonti con un approccio distintivo alla costruzione dell’installazione. Le sue opere sono intrise di vari livelli testuali: i titoli stessi veicolano riferimenti culturali e socio-politici tratti da testi personali o presi in prestito.
Queste sculture oscillano tra oggetto e luogo, sollevando interrogativi su come viviamo e percepiamo lo spazio—soprattutto i confini tra ciò che è pubblico e ciò che è privato.