Fondazione Antonio Ratti

Giairo Daghini

Il progetto e il fare: l'immaginario del quotidiano

CONFERENZA
22 Luglio 2000
Spazio Culturale Antonio Ratti

Giairo Daghini

Il progetto e il fare: l'immaginario del quotidiano

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In riferimento all’installazione “Noi viviamo qui” di Ilya Kabakov, esposta al Centre Georges Pompidou di Parigi e definita un “monumento alla civiltà perduta”, Giairo Daghini chiama in causa i concetti di progetto e azione, confluenti nelle categorie logiche di “storia” e “evento”. Intendendo per “storia” una grande forma che cerca di accentrare in sé tutte le energie, e che ha già un futuro inscritto in essa, parla degli “eventi” come di linee di fuga, strategie di resistenza alle condizioni preesistenti in cui si condensano desideri, aspettative e energie vitalistiche, possibilità di liberare i popoli dai loro orizzonti pretracciati. Eventi sono state le rivolte del maggio del ’68, che uscivano dal “presente” per diventare “attuali”, imponendosi sulla storia senza essere generati da essa, senza avere dei precedenti. Richiamando il concetto deleuziano di “minoranza”, Daghini individua il rischio che gli eventi aspirino a diventare maggioranza, e quindi a pietrificarsi nella storia perdendo la propria carica eversiva, come nel caso del socialismo formalizzato dall’URSS, o che tentano di riproporre in contesti differenti di ciò che è stato abbandonato, come nel caso dei nazionalismi reazionari. Nel suo diventare filosofo e interrogarsi sui divenire della contemporaneità, l’uomo ha il dovere di auto-diagnosticarsi derive di questo tipo.


Giairo Daghini (1934) è un docente e filosofo tra i cui interessi spiccano l’architettura e gli spazi metropolitani. Ha studiato filosofia negli anni Sessanta a Milano con Enzo Paci. Ha partecipato alla fondazione di Potere Operaio. Emigrato a Parigi, ha redatto la rivista Change International con Felix Guattari e Nanni Balestrini. Ha insegnato in seguito all’università di Ginevra dove ha fondato e diretto la rivista Faces. È autore di numerosi saggi sui concetti di Divenire e di città. Nel 2021 ha pubblicato A proposito di nomadologia edito da Uqbar.

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