Fondazione Antonio Ratti

Miriam Mafai

Il corpo della donna tra libertà e legge

CONFERENZA
6 Marzo 2009
FAR – Lungo Lario Trento

Miriam Mafai

Il corpo della donna tra libertà e legge

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“Eppure io pensavo che quest’epoca fosse finita” commenta Miriam Mafai, invitata da Mario Fortunato nell’ambito delle Ratti Lecture per discutere il tema del controllo sul corpo della donna. Partendo dall’assunto che il principio dell’habeas corpus “storicamente vale per tutti tranne che per le donne” Mafai traccia un percorso che dalla considerazione del corpo femminile nelle religioni rivelate, arriva agli stupri considerati un bottino di guerra, fino alla necessità antichissima di stabilire un’appartenenza legale per le donne, che sia al padre, al marito, al fratello o perfino a un “curatore del grembo”. Tutte forme di controllo riconducibili, secondo antropologi e antropologhe, non solo al corpo della donna in sé, ma anche e soprattutto alla sua capacità riproduttiva. Mafai analizza quindi criticamente le conquiste avvenute nel Novecento, frutto di un fertile incontro tra movimenti radicali e lotte femministe:dalla possibilità di accedere alla magistratura fino alla pillola anticoncezionale e alla legge sull’aborto. La conclusione, però, non può che essere amara: lontana dall’essere risolta, la questione del controllo sul corpo delle donne si riflette nell’allora recentissima questione del caso Eluana Englaro, arrivando così a toccare ogni fase del ciclo della vita, inclusa la sua fine.

Miriam Mafai (Firenze 1926 – Roma 2012), è stata una giornalista, scrittrice e politica italiana. Impegnata politicamente fin da giovanissima, partecipa alla resistenza antifascista a Roma e nel dopoguerra si iscrive al Partito Comunista Italiano. Solo nel 1994, dopo l’adesione al partito di Alleanza Democratica, viene eletta alla Camera dei Deputati. Mafai fu una figura di rilievo del giornalismo italiano del secondo Novecento: negli anni Cinquanta è corrispondente da Parigi per il settimanale Vie nuove, poi per L'Unità, fra gli anni Sessanta e Settanta è direttrice di Noi donne e poi inviata per Paese Sera. Contribuisce alla nascita di La Repubblica nel 1976 e ne diviene editorialista. Dal 1983 al 1986 è presidente della Federazione nazionale della stampa italiana. Femminista militante e attenta osservatrice della condizione femminile, ha curato il volume Le donne italiane. Il chi è del '900 (1993) ed è stata autrice di importanti testi di saggistica quali L'apprendistato della politica. Le donne italiane nel dopoguerra (1979), Pane Nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale (1987); Il lungo freddo. Storia di Bruno Pontecorvo, lo scienziato che scelse l'Urss (1992); Botteghe Oscure addio. Com'eravamo comunisti (1996); Dimenticare Berlinguer (1996); Il sorpasso. Gli straordinari anni del miracolo economico 1958-1963 (1997); Il silenzio dei comunisti (2002).

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