John Duncan
Narcomantic – Workshop Sogno d'Insonnia
PERFORMANCE
17 Febbraio 2012
FAR – Villa Sucota
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Concerto e videoproiezione della durata di una notte. John Duncan ha proposto a un pubblico volontario un esperimento di ipnosi e manipolazione onirica durante il sonno.
John Duncan (Wichita, Kansas 1953) ha lavorato tra Los Angeles, Tokyo e Amsterdam. È un arista, un pioniere della performance e della sperimentazione in campo sonoro. Fra le istituzioni che hanno ospitato eventi e installazioni di John Duncan vi sono: Performa a New York, Färgfabriken e Gallery Niklas Belenius a Stockholm, The Institute of Contemporary Art (ICA) a Boston, la NoorlandsOperan a Umeå, Netmage 07 (con Leif Elggren) a Bologna, Cut and Splice (con CM von Hausswolff) a Londra, e la seconda Biennale di Gothenburg.
Ha suonato con e diretto l'Ensamble Phoenix (a Basilea e Berna, oltre che all'Angelica Festival di Bologna), Musica Nova a Tel Aviv e Zeitkratzer a Berlino. Le sue opere THE CRACKLING (1996 con Max Springer), PALACE of MIND (2001 con Giuliana Stefani), PHANTOM BROADCAST (2002), THE KEENING TOWERS (2003) e NINE SUGGESTIONS (2005 con Mika Vainio e Ilpo Väisänen) sono acclamate da critici e compositori che le considerano come un riferimento fondamentale della musica sperimentale. Le sue performance e le opere per radio e video sono state esposte al Getty Center and al Museum of Contemporary Art (MOCA), Los Angeles; al Osterreichisches Museum für Angewandte Kunst (MAK), Vienna; al Museu d'Arte Contemporani, Barcelona (MACBA); e al Museum of Tokyo (MOT).
www.johnduncan.org
Workshop Sogno d'Insonnia
17-18 febbraio 2012
a cura di Éric Alliez in collaborazione con Annie Ratti, Andrea Lissoni e Cesare Pietroiusti
Nel luglio 2011 Susan Hiller ha tenuto presso la Fondazione Antonio Ratti The Dream Seminar II, in cui l'artista si proponeva, non senza un intento provocatorio, di riprendere un suo progetto degli anni '70 in cui chiedeva ai partecipanti di "prendere parte a sessioni intensive di lavoro di gruppo dedicate a sogni individuali". Si trattava qui di dare prova, attraverso il sogno, del fatto che la ripetizione non è una ri-presentazione, un re-make o un modo di riciclare in un' infinita retrospettiva priva di prospettiva. Al contrario, la ripetizione non vale che a esprimere una singolarità che fa la differenza, dislocando il sogno nella vita.
È questa esperienza che si è voluto prolungare nel Workshop Sogno d'Insonnia, sovvertendo limiti e confini del sogno e della veglia. Esplorando la deriva del sonno, dove insonnia, sonnambulismo e altre medianità ci portano nelle zone di passaggio della notte, è stata convocata una critica -tra teoria e pratica- dei sogni e della loro interpretazione, una critica che non appartiene più al "soggetto" della psicanalisi.
Critica, dunque, nel senso primario di una topografia della ragione impura; ma anche Critica e Clinica, in un senso più sperimentale, del sogno come strada maestra dell'inconscio che mescola il desiderio con l'interpretazione. Critica alla fine della quale si ritroverà il sogno non più come il sogno del sonno o il sogno ad occhi aperti, ma come un sogno d'insonnia.
Il workshop è stato strutturato in conferenze seguite da performances.