Fondazione Antonio Ratti

Yona Friedman

L'intelligenza nasce dall'improvvisazione

CONFERENZA
3 Luglio 2008
FAR – Lungo Lario Trento

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Yona Friedman presenta alcune delle sue idee e disegni che non sempre sono stati formalizzati in progetti architettonici veri e propri, per dimostrare agli studenti dello CSAV e a giovani architetti che un’architettura diversa da quella tradizionale è, se non possibile, quantomeno immaginabile. La costante di tutte queste idee è la concezione di un’architettura aperta, che i pubblici possano modulare e indirizzare senza esserne oppressi e senza che i loro comportamenti vengano normati. Sul modello del sistema orientale dei pannelli scorrevoli, preannuncia un’architettura “elastica”, la cui lezione possa estendersi anche ai modelli urbanistici.


Yona Friedman (Budapest, 1923 – LA, 2020) era un architetto, teorico, saggista e artista. Friedman ha attraversato la II Guerra Mondiale sfuggendo ai nazisti ed è vissuto per circa un decennio in Israele ad Haifa, per poi stabilirsi definitivamente a Parigi nel 1957. Si forma come architetto e diventa noto con il manifesto L’architecture Mobile (1958) e la sua idea di un approccio diverso alla crescita urbana con la Ville Spatiale del 1956. Sostiene i principi di un'architettura capace di comprendere le continue trasformazioni che caratterizzano la mobilità sociale, basata su infrastrutture che prevedono abitazioni e norme urbanistiche create a seconda dell'esigenza degli abitanti. Ha partecipato attivamente al clima culturale e utopico dell'architettura degli anni Sessanta, noto come “Età delle megastrutture”, sviluppando l'idea della città ponte. Ha lavorato per le Nazioni Unite e l'Unesco, attraverso la diffusione di alcuni manuali di auto-costruzione nei Paesi africani, sudamericani e in India.

Ha partecipato a numerose mostre internazionali come la Biennale di Venezia e Documenta 11 e le sue opere sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei internazionali. Tra gli eventi realizzati, un progetto per il Mart di Rovereto nel 2006, una riflessione allargata sull’uso dell’architettura nella società contemporanea.


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