Fondazione Antonio Ratti

Maria Luisa Rizzini

Il fascino discreto della borghesia - Emilia Borghi

CONFERENZA
19 Aprile 2011
FAR – Villa Sucota

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È stata la prima delle quattro conferenze che accompagnano la piccola mostra Ritratti di signore. Tessuti, moda e pittura tra Ottocento e Novecento, dal 1 aprile al 24 giugno nella sede della FAR a Villa Sucota.


L'occasione per esplorare il guardaroba di un'affascinante esponente della borghesia imprenditoriale milanese d'inizio Novecento è stata fornita dagli 89 figurini acquerellati realizzati da Emilia Borghi, detta Mimì, figlia di Fedele Borghi, uno tra i maggiori industriali lombardi nel settore cotoniero. La giovane donna li disegnò tra 1901 e 1911 per i vestiti che faceva realizzare da rinomate sartorie e modisterie, in gran parte milanesi, cui venivano mostrati come modello. Sono stati raccolti dalla stessa autrice in due album; da uno di essi proviene la selezione di acquerelli - generosamente prestati dall'attuale proprietaria, discendente della famiglia - che costituiscono una delle sezioni della mostra. I figurini sono una sorta di diario visivo dell'abbigliamento di Mimì e della sorella Rita. Infatti, come rivela il confronto con alcune fotografie, le due sorelle portavano sin da piccole abiti identici, come era costume all'epoca; quasi una sorta di identificazione visiva immediata degli appartenenti al medesimo nucleo familiare.
Questi figurini sono stati accostati a numerose fotografie tratte da album privati del periodo, che hanno consentito di ricostruire non solo le tendenze dell'abbigliamento dell'high society milanese, più austero e sobrio rispetto a quello proposto dalla contemporanea moda francese, ma anche le varie situazioni sociali che costituivano le occasioni di sfoggio del guardaroba. Si va dalle passeggiate alle corse di cavalli, ai pranzi, ai balli, ai battesimi e ai matrimoni, che vedono riuniti in grandi fotografie corali numerosi personaggi i cui cognomi rammentano la crescita economica e industriale della Lombardia odierna.

In occasione della conferenza, dagli archivi del MuST sono stati proposti una serie di tessuti e guarnizioni che hanno aiutato il pubblico a capire con quali tessuti e decori erano confezionati gli abiti di Emilia Borghi, commentati da Margherita Rosina e Francina Chiara.

Maria Luisa Rizzini, laureata in lettere con indirizzo artistico presso l'Università Statale di Milano, si è dedicata allo studio dei manufatti tessili (merletti e ricami). Ha lavorato alla schedatura di collezioni di vari musei ed enti (tra i quali: Musei Civici, Como; Museo Civico, Modena; Palazzo Madama, Torino; Museu de São Roque, Lisbona; Museo della Basilica, Gandino), per la pubblicazione dei cataloghi. Ha collaborato a varie mostre sul tema. Dal 2001 tiene seminari e lezioni integrative su argomenti legati al tessile e alla moda presso l'università IULM di Milano. Inoltre dal 2006 è docente di Storia del Costume e della Moda presso l'Istituto Marangoni di Milano.
Ha lavorato con Grazietta Butazzi, in particolare negli anni Ottanta per ricerche sulla nascita della moda pronta in Italia nel XIX secolo.

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