Fondazione Antonio Ratti

Antonio Ratti costruire con la seta

MOSTRA
18 Dicembre 2017–24 Giugno 2018

Organizzata in continuità con le due grandi esposizioni dedicate ad Antonio Ratti organizzate a Palazzo Te, Mantova (Il tessuto come arte: Antonio Ratti imprenditore e mecenate) e al Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano, Roma (Arabesques, Antonio Ratti il tessuto come arte), la mostra Antonio Ratti costruire con la seta raccontava con disegni, reperti della collezione tessile, fotografie, filmati e documenti, alcuni passaggi della vita di Antonio Ratti, portando alla luce una dimensione personale, a tratti intima. Non a caso questo racconto è avvenuto a Villa Sucota che per molti anni è stata il cuore della Ratti S.p.A. e oggi è il quartier generale della Fondazione che porta il suo nome.

Durante la sua vita, Antonio Ratti colleziona con estrema attenzione, cura e coerenza 274 scialli cachemire. Il motivo cachemire fu per lui fonte di continua ispirazione tanto da diventare il tratto distintivo della sua azienda. La mostra iniziava il suo racconto da questi oggetti catalogabili in diversi nuclei a seconda della regione di provenienza: gli indiani, i più antichi, e le produzioni europee ottocentesche principalmente di manifattura inglese e francese. Sempre a motivo cachemire sono molte delle messeincarta per tessuti operati di cravatteria esposte insieme ad altri piccoli disegni per stampati, eseguiti da Antonio Ratti. È proprio guardando questi disegni che si intuisce il pensiero creativo estremamente raffinato di Antonio Ratti, che attraverso pochi elementi, linee e colori, è capace di comunicare energia, armonia e bellezza.

Affianco ai disegni, svariati video degli anni ottanta e novanta e documenti cartacei descrivevano lo spirito imprenditoriale e quello di mecenate di Antonio Ratti. Erano ad esempio l'intervista girata nel salotto di casa in occasione del conferimento del premio "Abbondino d'Oro" o la notizia dell'apertura dell'Antonio Ratti Textile Center al Metropolitan Museum of Art di New York. Alcuni numeri del periodico Qui Ratti - il "giornalino" aziendale, ideato nel 1959 e nato nel giugno 1963 - erano a disposizione del visitatore per essere sfogliati e letti. Ricchi di immagini e informazioni, dalle notizie tecniche alla cronaca della vita dell'azienda, dalla cultura ai suggerimenti per gite fuori porta e per il make up delle impiegate, le pagine del bimestrale trasportano il lettore nell'Italia degli anni '60 e nella vita di un'azienda all'avanguardia che presta un'attenzione particolare ai suoi dipendenti.

Tra la fine degli anni novanta e i primi del duemila, Antonio Ratti lavora con trasporto ad un progetto editoriale che ripercorre, attraverso un'ottantina di scatti fotografici, le tappe significative della sua vita tra azienda, dimensione pubblica, viaggi e momenti privati con la famiglia.

Esposto qui per la prima volta, il progetto del volume autobiografico è rimasto incompiuto e inedito. Per realizzare il volume Antonio Ratti chiede la collaborazione di Giulio Confalonieri, designer e grafico milanese con cui Antonio Ratti lavora a stretto contatto per svariati decenni per la realizzazione grafica di tutti i materiali di comunicazione dell'azienda e della Fondazione. Il connubio tra Ratti e Confalonieri non è casuale: chiarezza, tensione creativa, ricerca sono elementi che compongono le cifre stilistiche e lo sguardo elegante di entrambi.

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